Chi di noi può avere l’arroganza di dire: ‘io!’ ?

Talvolta capita, soprattutto su internet, che sentendo i discorsi di taluni musulmani si possa percepire chiaramente un senso di superiorità rispetto al resto del mondo, o persino di sentire espressioni di disprezzo nei confronti dei ‘miscredenti’. Questo non fa parte della Nobile Sunna dell’Inviato ﷺ né tantomeno dell’insegnamento dei Maestri che lo hanno succeduto.

Purtroppo tra le malattie del cuore vi è la convinzione che la Fede, così come tutti i gradi spirituali, siano frutto della propria azione, del proprio merito o di un valore intrinseco che ci è stato riconosciuto nel momento stesso in cui Allah ci ha onorati facendoci dono dell’Islam e rendendoci parte della ‘Migliore delle Comunità mai suscitata tra gli uomini‘ [3:110]. Quando si è inebriati dalla Fede si vive nell’illusione che ciò che si è ricevuto da Allah, lo si avrà per sempre. Ma non è così: l’anima che matura ciò nel suo seno si inganna e si svia sulla turpe strada dell’arroganza, uno dei peccati commessi da Iblis – il capostipite della razza demoniaca – di fronte ad Allah ﷻ laddove, all’ordine divino di prosternarsi di fronte ad Adamo disse con i pugni serrati sui fianchi ‘Io sono migliore di lui!’. Una tale affermazione egocentrica di fronte ad Allah ﷻ equivale ad una condanna che si emette contro se stessi ed a proprio danno.

È fondamentale notare come, secondo il preziosissimo Hadith di Jibril, l’annullamento dell’ego sia la condizione sine qua non per poter accedere alla ‘visione spirituale ‘ della Realtà Divina. Dice chiaramente infatti il Santo Profeta ﷺ nella spiegazione di ciò:

الإِحْسَانُ أَنْ تَعْبُدَ اللَّهَ كَأَنَّكَ تَرَاهُ، فَإِنْ لَمْ تَكُنْ تَرَاهُ فَإِنَّهُ يَرَاكَ

‘l’Ihsan (l’eccellenza della Fede) è che adori Allah come se lo vedessi, e se non sei, lo vedrai, ed in verità Lui ti vede’.

Sahih al-Bukhari 4777, Libro 65 Hadith 299

A questo proposito riportiamo un breve racconto accaduto al Santo, allo Gnostico, al Maestro, allo Shaykh Abdul Qadir al Jilani ق, così come riportato dallo Shaykh Muhammad bin Yahya al-Ninowy, sapiente contemporaneo siriano di Aleppo e fondatore del Madina Institute.

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Shaykh Muhammad bin Yahya al-Ninowy

Il suo nome, Abdul Qadir, significa letteralmente ‘servo del Potente‘ e si qualifica attraverso uno dei Nomi Sublimi di Allah facente parte della categoria dei Nomi di Maestà. Di questa categoria fanno parte quei nomi che esprimono le caratteristiche divine di forza e rigore, mentre le caratteristiche di misericordia sono mostrate dai Nomi di Bellezza. Al Qadir ﷻ ( القادر ) è il Potente – nella tradizione nostrana potremmo dire anche l’Onnipotente – Colui al quale appartiene in via esclusiva il potere assoluto su tutte le cose create, il cui ordine è incontrastato ed incomparato e dal cui volere dipendono i destini dei suoi servi.

Lo Shaykh al-Ninowy racconta: “Un giorno lo Shaykh Abdul Qadir ق stava camminando per le strade di Bagdad attorniato dai suoi studenti; era probabilmente dopo l’orario della preghiera della sera (Isha’), e gli capitò di incontrare un uomo ubriaco, così tanto ubriaco che barcollava da un lato all’altro della strada ed era ricoperto dalla testa ai piedi dai segni del suo stato. Gli studenti attorniarono lo Shaykh spostando l’uomo ed evitando che gli andasse a sbattere contro. A questo gesto egli si destò per un attimo dallo stato di ubriachezza che lo schiacciava e riconoscendo lo Shaykh lo chiamò quasi apostrofandolo:

‘Ya Abdul Qadir!’ (Oh servo del Potente!)

Lo Shaykh si fermò di colpo, e con lui tutti gli studenti. Questo continuò: ‘Qadir aw ghairu Qadir?’ (Allah, è Potente o non è Potente?). Lo Shaykh si girò verso di lui e replicò con aria ferma ed umile: ‘Qadir’ (È certamente Potente). Stava per andarsene, ma fece due passi che l’uomo tornò a gridare:

‘Ya Abdul Qadir!’ (Oh servo del Potente!)

Lo Shaykh si fermò ancora e con lui tutti i suoi studenti. L’uomo disse loro: ‘Qadir aw ghairu Qadir?’ (Allah, è Potente o non è Potente?). Lo Shaykh lo guardò negli occhi, sorrise e rispose mestamente: ‘Qadir’ (È certamente Potente). Mentre il gruppo stava per allontanarsi l’uomo li interrogò per la terza volta:

‘Ya Abdul Qadir!’ (Oh servo del Potente!) ‘Qadir aw ghairu Qadir?’ (Allah, è Potente o non è Potente?). Fu in quel momento che lo Shaykh cadde a terra e piangendo rispose con certezza e paura: ‘Qadir! Qadir! Qadir!’.

Calligrafia del Nome divino al-Qadir القادر

A quel punto l’ubriaco tornò nel suo stato e si allontanò. Gli studenti sbalorditi interrogarono il Maestro chiedendogli spiegazione di cosa fosse successo ed egli disse: ‘la prima volta che mi parlò era come se mi stesse dicendo: ‘Oh servo del Potente, tu mi vedi in questo stato di ubriachezza e sporcizia, schiacciato dai miei peccati; è Allah tanto Potente da perdonarmi e ripulirmi da ciò o non è abbastanza Potente?’, quindi affermai ‘Allah è certamente Potente!’.

Gli studenti chiesero: ‘come mai la seconda volta hai sorriso?’ lo Shaykh replicò: ‘la seconda volta che mi parlò era come se mi stesse dicendo: ‘Oh servo del Potente, dopo avermi purificato, è Allah tanto Potente da elevarmi e rendermi un grande Shaykh di tuo pari livello, o non è abbastanza Potente?’, ed io ho sorriso dicendo ‘Allah è certamente Potente!’, perché Lui ﷻ può cambiare lo stato di chi vuole ed innalzare senza sforzo il suo Grado.’

Lo Shaykh al-Ninowy osserva parafrasando il significato dell’Aya 117 di Surat al Baqara:

وَإِذَا أَرَادَ شَيْئًا فَيَقُولُ لَهُ كُن فَيَكُونُ

‘Se [Allah] vuole qualcosa, dice: “Sii” ed essa è.’

Dice che lo Shaykh Abdul Qadir è stato ispirato come Allah ﷻ dice di al-Khidr ‘min lladunna ‘ilma‘ ed ha risposto in modo corretto: ‘Qadir! Allah è certamente Potente’. Poi prosegue il racconto:

‘Gli studenti chiedono allora: ‘E la terza volta perché hai pianto?’. ‘Perchè quando mi ha chiesto Qadir aw ghairu Qadir? ho inteso: ‘Servo del Potente, Allah ﷻ è abbastanza Potente da mettere me nel tuo Stato e mettere te nel mio?’. In quel momento ho pianto perché Allah ﷻ può certamente togliermi tutta la Fede che mi ha dato e dare a quell’uomo tutta la Fede che prima possedevo‘.

Ecco che al Credente si addice l’umiltà e la bontà d’animo, riconoscendo i Favori immensi di cui il suo Signore ﷻ lo ha colmato per Sua Grazia, tralasciando ogni forma di arroganza.


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